La categoria delle Italian Grape Ale, codificata ormai dall’organismo internazionale BJCP anche per i concorsi birrari, sebbene non considerata alla stregua di uno stile ufficiale, cresce costantemente e continua a trovare sempre un più largo consenso tra gli appassionati. Questo nuovo stile potrebbe rappresentare un segmento produttivo importante per il nostro paese, che conferma con forza la crescita brassicola degli ultimi anni.
Non so se queste birre che strizzano l’occhio al mondo del vino siano effettivamente nate in Italia, ma di certo la nostra nazione è ora un punto di riferimento per tale tipologia.
La legittimazione che abbiamo ottenuto dal BJCP deriva ovviamente dalla storica vocazione vinicola dell’Italia, ma sarebbe fuorviante e riduttivo ricondurre il tutto solo a questa motivazione. La verità è che nel giro di pochi anni i nostri birrai sono riusciti a imporsi a livello internazionale con ottime interpretazioni dello stile, convincendo gli appassionati di tutto il mondo che l’idea di creare un anello di congiunzione tra birra e vino era tutt’altro che folle.
Sono birre di confine, che indagano il limite tra il mondo dei malti e dei luppoli e quello del vino, birre che hanno una percentuale di uva, mosto o mosto cotto (sapa) al loro interno, e ovviamente le interpretazioni dei birrai sono molto differenti l’una dalle altre: si va infatti dalle birre che giocano su freschezza e acidità, da aperitivo, fino a birre molto più complesse e strutturate, da meditazione.
Vi aspettiamo per provare la nostra selezione.